di Cristian Masella
Nell’ambito del progetto OFF ROME Tour, che intende valorizzare il patrimonio storico-artistico, archeologico, monumentale e paesaggistico della Provincia romana creando narrazioni esclusive per “risvegliare la coscienza culturale dei più giovani”, non poteva mancare un’attenzione più specifica al fenomeno culturale del Grand Tour. Esso, dalla fine del Cinquecento e, specialmente per tutto il Sette e Ottocento, ha interessato il territorio della Campagna Romana, dei Castelli Romani e Prenestini.
Nonostante il viaggio in Italia non poteva prescindere dalla visita a Roma, questa incredibile esperienza, ieri come oggi, conduceva (e conduce) i visitatori a spingersi oltre le mura della città ‘eterna’, per rimanere letteralmente “rapiti” dal fascino dei luoghi che caratterizzano l’Off Rome. Artisti e letterati ne furono talmente avvinti da lascarne indelebile traccia sulle tele di quadri o sui loro taccuini, attraverso schizzi e parole. A tale proposito, di particolare interesse sono gli esiti romantici. Chi non conosce l’opera letteraria il “Viaggio in Italia” (1786-1788) scritto da Johann W. Goethe?
Il Grand Tour dell’OFF ROME
Sulla scorta di questo fenomeno, nasce il Sistema Museale Territoriale del Castelli Romani e Prenestini, noto anche come Museum Grand Tour, una rete che unisce oltre 20 servizi culturali tra musei e siti archeologici, in un’area molto ampia e diversificata, sia dal punto di vista culturale che geomorfologico, caratterizzata da splendidi paesaggi, luoghi colmi di storia e di rovine, memorie di un passato ricco di fascino e di storia.
Tra queste realtà, ad Olevano Romano, il Museo Civico d’Arte, diretto da Monica di Gregorio, coordinatrice del comitato scientifico del Sistema Museale Territoriale dei Castelli Romani e Prenestini e Direttrice del Museo del Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone, custodisce una collezione di oli, acquerelli, disegni, bozzetti, incisioni che riproducono vedute del borgo e scorci paesaggistici, confermando Olevano tappa di numerosi viaggiatori del Grand Tour.
Le opere di questo museo «testimoniano la profonda tradizione culturale che, a partire dagli inizi dell’Ottocento, ha visto Olevano Romano al centro dell’interesse di numerosi artisti europei che hanno visitato e lavorato in questi luoghi, rimasti affascinati dalla bellezza del paesaggio e dall’autenticità dei costumi e delle tradizioni locali». Si veda https://www.museumgrandtour.com/portfolio-item/museo-civico-darte-olevano-romano/
Il museo ha sede in Villa de Pisa, che ospita un centro studi sulla pittura di paesaggio europea contando sulla presenza di artisti internazionali specializzati nella pittura di paesaggio.
Proprio ad Olevano Romano, poi, nella chiesetta di San Rocco, è sepolto il giovane pittore romantico Franz Horny, rimasto talmente affascinato dagli scorci di Olevano da lasciarne testimonianza attraverso le sue opere.
Franza Horny, Paesaggio di Olevano, 1822
Un viaggio che parte da Roma. Il “Turismo Cimiteriale” e le Vie del Sublime
Tra gli innumerevoli itinerari delle “Vie tematiche” proposte da OFF ROME Tour e delle Officine CreAttive, si ricollega al tema del Grand Tour il Week End tematico “Via del Sublime”. Un percorso che affronta anche i temi della morte e del culto cimiteriale, che caratterizzano la poesia romantica.
Il viaggio inizia dal Cimitero Acattolico di Roma, situato presso il Rione Testaccio al fianco della piramide Cestia, che ospita i sepolcri di alcuni noti scrittori romantici tra cui proprio quello di John Keats, ma anche quello di Percy Bysshe Shelley, di cui ricorrono i duecento anni dalla morte.
Piramide Cestia, Roma
Sul monumento funebre di John Keats possiamo leggere: «Qui giace un uomo il cui nome fu scritto sull’acqua». Si tratta di parole che ricordano a tutti noi la caducità della vita che sublima l’esistenza dell’uomo in una visione poetica dove spesso la poesia ha la meglio sulla storia. Ma storia e poesia si fondo nelle esperienze che OFF ROME Tour intende proporre ai sui affezionati viaggiatori, che sulla memoria del Grand Tour ancora oggi consumano le suole delle proprie scarpe come viaggatori contemporanei che percorrono “incredibili” itinerari. Nell’ottica di una riscoperta e della promozione del territorio, il percorso persegue fino a Valmontone e poi a Palestrina, sulle tracce dall’opera del poeta Keats: Endimione. Ad arricchire l’esperienza è poi la programmazione di rassegne di teatro ed eventi Site-specific.
John Keats e il suo “Endimione”
«O dolcissimo sonno! Se ti piace
Chiudi a metà di questo, che è tuo, inno
I miei occhi in vedetta, o attendi l’Amen
Prima che il tuo papavero al mio letto
Largisca in carità il suo dondolio […]».
Queste sono le parole con cui vogliamo ricordare John Keats. I versi che abbiamo scelto, che sono tratti dalla poesia “Al Sonno”, sono evocativi di come il poeta invocasse a sé il sonno eterno di Endimione, protagonista dell’antico mito greco da cui egli trae ispirazione regalandone all’intera umanità una sua particolare versione: il poema intitolato “ENDIMYON”.
Endimione, il più delle volte identificato come un pastore appartenente ad una antica tribù degli Eoli, altre volte ricordato come un principe o un Re, era un uomo bellissimo, amato addirittura dalla Luna o da Selene.
Il mito ci racconta che Selene fosse perdutamente e segretamente innamorata di questo giovane mortale. Ogni notte, la personificazione della Luna, scendeva dal cielo, sul suo carro argentato e trainato da buoi o cavalli bianchi, e coi suoi raggi di luce passava attraverso i rami dell’albero sotto il quale dormiva Endimione (o in alcuni casi una grotta) e si sdraiava di fianco a lui baciandogli dolcemente gli occhi socchiusi. L’amore di Selene per l’uomo la condusse a domandare a Zeus di concedere al suo amato il sonno eterno: un sonno che avrebbe conservato in lui l’eterna giovinezza, affinché lei potesse continuare ad amarlo per sempre. Si tramanda, inoltre, che Endimione avesse avuto quattro figlie dalla moglie, i cui appellativi farebbero riferimento alla Luna, e ben cinquanta figlie da Selene, che gli studiosi identificano come i cinquanta mesi che trascorrono tra un’edizione dei giochi olimpici e l’altra.
Endimione e le esperienze già proposte da OFF ROME Tour
Legate a Keats e al mito di Edimione sono le attività che sono state previste durante la settimana gratuita (per gli under 35) “Arte Natura e Paesaggio” – “Via dell’acqua” (7-11 giugno 2021), che ha visto la partecipazione dei giovani turisti di OFF ROME Tour. Essi hanno ripercorso, attraverso l’esperienza fisica e attraverso i racconti, alcuni dei percorsi del Grand Tour, fuori dai grandi circuiti turistici.
Durante l’esperienza della “Via dell’acqua” è stato possibile ammirare gli affreschi collocati all’interno del Palazzo Doria-Pamphilj di Valmontone. Di particolare interesse, in riferimento alla storia di Endimione, è stata la tappa prevista nella Stanza dell’Aria, affrescata da Mattia Preti, dove sono raffigurate, assieme al Mattino, al Giorno, alla Sera e alla Notte, diverse personificazioni allegoriche. Proprio affianco alla Sera, è possibile infatti ammirare il dolce Endimione dormiente insieme a Selene trainata dai suoi cavalli che lo guarda stupefatta per l’amore che prova per lui, impossibilitata a farlo suo perché obbligata a seguire il proprio ciclo lunare tra cielo e terra.
Lo stesso ciclo che i giovani turisti hanno avuto modo di apprezzare su un antico sarcofago, oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina.
Le visite guidate sono state accompagnate da letture tenute dagli attori specializzati di OFF ROME Tour. Nel Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone è stato possibile contare sulla collaborazione dell’Associazione Cornelia, partner del progetto “Iti.Gi Non Sono Roma”.
Per uno spettacolo teatrale. Esperienze passate e prospettive future. L’OFF Company.
Il lavoro di OFF ROME Tour e della nascente “OFF ROME Company” sta proseguendo sul progetto di uno spettacolo che trae ispirazione dal mito di Endimione e che prende le mosse da una precedente sceneggiatura risalente al 2006, “Il cigno e il cerchio”. A rendere possibile questo evento sono stati il patrocinio ed il contributo della Regione Lazio, del Consorzio dei Castelli della Sapienza e dei molti comuni che divennero partner del progetto stesso che aveva nome “Dea Danza” (inserito nell’ambito del più ampio progetto “Un Mare di Cultura”).
Foto tratta dalla rappresentazione de “Il cigno e il cerchio” tenutasi presso la cavea del museo Archeologico Nazionale di Palestrina e replica presso il Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone. In scena la danzatrice Francesca Ferrari, coreografie di Laura Apostoli e Francesca Ferrari, 2016.
Lo spettacolo, ideato e diretto da Igor Geat, esperto di spettacoli Site-specific, oggi direttore artistico del Progetto OFF ROME Tour, ha raccontato e reinterpretato l’antico mito in occasione del rinvenimento del sarcofago di Endimione, attualmente esposto presso il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina.
Come avvenuto con la fortunata residenza parigina (ottobre 2021) legata alla Battaglia di Lepanto, in occasione della ricorrenza del bicentenario delle morte di Joan Keats OFF ROME Tour prevede di avviare una nuova residenza d’artista e di mettere in piedi attività culturali come visite guidate “teatralizzate” e performance che vedranno il coinvolgimento degli enti e le associazioni del territorio.
Intanto, sono già state individuate Siria Olivieri come danzatrice e Martina Capitani come guida recitante per la prossima messa il scena dello spettacolo “Il cigno e il cerchio”.
La via da percorrere, a partire da queste esperienze, per OFF ROME Tour è quindi quella do selezione dei giovani viaggiatori per costituire la compagnia teatrale “Off Company”, specializzata in spettacoli Site-specific.
Settimana dell’acqua, Visita con Cristina Masella che legge passi dell’Endimione di Keats presso il Palazzo Doria Pampillj di Valmontone.
Se è vero che molti dei miti e delle opere più sono antichi e più in loro vi si trova una chiave di lettura contemporanea, allora tutto ciò ci porta a fare delle riflessioni che riguardano noi e il mondo che viviamo:
Quanto è davvero lontano questo giovane Endimione dormiente da tutti noi?
Non saremmo anche noi dei giovani Endimione (2.0) persi in un sonno dettato da un’estasi molto più melliflua? Oppure lo stesso sonno che Keats invocava a sé lo viviamo già ad occhi aperti contemplando la nostra estetica, in un mondo mirato forse ad una infinita e statica auto contemplazione? Potremmo quindi essere dei giovani Endimione che non hanno più bisogno di una Selene a guardarci?
A voi gli ultimi versi che portano a fine la poesia che ha aperto questo articolo:
«[…] Poi salvati, altrimenti il giorno andato
Lucido apparirà sul mio guanciale
Di nuovo producendo molte pene, salvami
dall’alerte coscienza
Che vieppiù insignorisce il suo vigore
Causa l’oscurità, scavando come
Una talpa. Volgi abile la chiave
Nella toppa oliata e dà il sigillo
Allo scrigno, che tace, del mio cuore».