I MONASTERI BENEDETTINI NELLA VALLE SUBLACENSE

di Silvia Dell’Orco

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Descrizione generata automaticamenteVista dall’alto del monastero di Santa Scolastica

Sulle orme di San Benedetto, attraverso questo articolo ripercorreremo la storia artistica nel Medioevo dei due monasteri sublacensi di Santa Scolastica e del Sacro Speco. 

Sul finire del V secolo, nella valle disabitata di Subiaco, il giovane Benedetto da Norcia giunse in fuga da Roma e si ritirò per tre anni in eremitaggio in una grotta sul monte Taleo. 

La comunità che si raccolse negli anni successivi attorno al monaco si insediò inizialmente negli ambienti della villa di Nerone, posta sulle rive di uno dei tre laghi voluti dall’imperatore in seguito allo sbarramento del corso dell’Aniene: tra le murature romane si intravedono resti di interventi murari databili al VI secolo e, quindi, ascrivibili alle origini dell’ordine benedettino. Non è un fatto nuovo per l’epoca: nelle prime attestazioni di esperienze di vita monastica troviamo spesso l’utilizzo di preesistenti strutture di edilizia classica. 

Il centro dedicato a San Clemente

Questo centro dedicato a san Clemente fu accompagnato dalla fondazione di altri dodici monasteri. Di questi primi insediamenti resta oggi soltanto il monastero di Santa Scolastica, il cenobio più antico dell’ordine, originariamente intitolato a san Silvestro.

Nel complesso sono presenti tre chiostri: il chiostro rinascimentale, eretto tra il 1580 e il 1689 e ricostruito in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale; il chiostro gotico, risalente a un’epoca compresa tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, che è caratterizzato da una pianta irregolare e da una serie di archi acuti che poggiano su pilastri, mentre sul lato ovest un portale a sesto acuto (XV secolo), che si avvicina alle esperienze catalane di gotico flamboyant, testimonia la presenza di monaci spagnoli nel complesso; infine, il chiostro dei Cosmati, che consta di arcate a tutto sesto inframmezzate da pilastri ed è stato realizzato in due fasi successive da membri della nota famiglia di marmorari romani. 

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Descrizione generata automaticamenteChiostro dei Cosmati

Il lato meridionale del chiostro cosmatesco è opera di Iacopo, come attesta la firma: «Magister Iacobus Roman(us) fecit hoc op(us)». È il lato più antico ed è stato costruito nei primi anni del XIII secolo in un calcare della zona. È privo di inserti mosaicati ma è caratterizzato da una scultura decorativa ricca di elementi vegetali e floreali. La numerazione delle parti in cifre romane e le sigle sui pilastri hanno fatto ipotizzare che fosse stato predisposto altrove, probabilmente a Roma, e poi assemblato sul posto. 

Gli altri tre lati, invece, furono portati a termine dai discendenti Cosma, Luca e Iacopo intorno al 1240, al tempo dell’abate Lando, utilizzando il marmo di Carrara dei resti della villa neroniana. 

L’assetto neoclassico della chiesa, realizzato fra il 1769 e il 1776 dall’architetto Giacomo Quarenghi, è l’esito finale di cinque costruzioni succedutesi nei secoli, di cui restano il portale gotico e gli affreschi di scuola senese del XIV secolo dedicati alla vita di san Benedetto. 

Il campanile, con funzione di ingresso monumentale e risalente nelle forme attuali ai lavori dell’abate Umberto nel 1053, fu interessato da numerosi interventi lungo tutto il corso del Duecento. Conserva alcuni brani pittorici: su un lato un nimbo con la mano benedicente di Dio, sull’altro l’Agnello di Dio e gli evangelisti con i loro simboli zoomorfi. 

Il monastero di San Benedetto

Il monastero di San Benedetto o Sacro Speco fu eretto solo a partire dall’XI secolo sulle grotte in cui Benedetto trascorse i suoi primi anni di vita religiosa secondo il racconto agiografico di Gregorio Magno, sebbene un affresco con la Madonna e il Bambino, riconducibile al IX-X secolo, sia la testimonianza artistica più antica.

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Descrizione generata automaticamenteMonastero del Sacro Speco incastonato nella roccia del monte Taleo

Le due grotte, l’inferiore detta Grotta dei Pastori e la superiore o Grotta della Preghiera, furono unite agli inizi del XII secolo da un sentiero a gradini che costituisce l’embrione della cosiddetta Scala Santa. All’inizio del XIII secolo, al fine di monumentalizzare il cammino percorso dal santo, fu edificata una struttura di raccordo tra le grotte e la scala, confrontabile con edifici memoriali sorti in Terrasanta. 

Questa fase dei lavori si concluse entro il 1216, anno in cui morirono sia papa Innocenzo III (1198-1216) che l’abate Romano, raffigurati con il nimbo quadrato nell’affresco di fronte alla Grotta della Preghiera, intorno al testo della bolla papale del 1202 in cui il pontefice riconobbe privilegi speciali ai monaci di Subiaco. 

Dalla metà del XIII sec., probabilmente perché vennero meno le motivazioni politiche alla base della caratterizzazione architettonica precedente, sopraggiunsero ulteriori interventi volti a conformare la struttura alla tradizione. Fu realizzata la chiesa inferiore: un unico ambiente rettangolare, diviso in tre campate coperte a volta, con le pareti decorate dagli affreschi della bottega di Magister Conxolus che lasciò la sua firma accanto alla Madonna con Bambino ritratta in una cappella sulla sinistra della prima campata.

Nel XIV secolo fu edificata anche la chiesa superiore, il cui accesso raccordato alla chiesa inferiore sostituiva completamente il percorso ascensionale risalente agli inizi del secolo, concedendo così un’attenzione minore alla Scala Santa e alla Grotta dei Pastori.

La navata unica è divisa in ambienti di diversa altezza, mentre la roccia costituisce una sorta di abside naturale. Nelle volte dell’ambiente vicino all’ingresso scorrono immagini della vita di Cristo che culminano nella Crocifissione. Sulle pareti, invece, è illustrata la Passione. L’artista sconosciuto, chiamato comunemente ‘Maestro trecentesco del Sacro Speco’, rivela un’ascendenza senese.

Anche la cappella di San Gregorio, posta tra il Sacro Speco e la Scala Santa, è completamente affrescata. Il pittore riprese e perfezionò con finezza la lezione di linearismo degli apostoli che animano la Pentecoste sull’arcata absidale dell’abbazia di Grottaferrata. Peculiarità della cappella è il ritratto di san Francesco eseguito prima delle stimmate e della morte (1228).

Infine, ai piedi della Scala Santa, troviamo la cappella della Madonna, affrescata con episodi della vita di Maria e dell’infanzia di Gesù di mano dello stesso maestro della chiesa superiore.

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Descrizione generata automaticamenteAffresco absidale della cappella della Madonna 

BIBLIOGRAFIA

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CERONE 2011 = Roberta Cerone, Abati committenti e patronato laico: il rinnovamento dei monasteri benedettini di Subiaco alla fine del Medioevo, in Medioevo. I committenti, Atti del Convegno internazionale di studi (Parma, 21-26 settembre 2010), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Electa, Milano 2011, pp. 683-691.

PISTILLI 2015 = Pio Francesco Pistilli, Il magister Iacobus, Innocenzo III e il chiostro di Subiaco, in Medioevo: natura e figura, Atti del convegno internazionale di studi (Parma 20-25 settembre 2011), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Skira, Milano 2015, pp. 517-53.

RIGHETTI 1987 = Marina Righetti Tosti Croce, Architettura monastica. Gli edifici: linee per una storia architettonica, in «Dall’eremo al cenobio. La civiltà monastica dalle origini all’età di Dante», 1987, pp. 486-520.

ROMANINI 1988 = Angiola Maria Romanini, L’arte medievale in Italia, Sansoni, Firenze 1988.

TOMEI 2000 = Alessandro Tomei, ad vocem Subiaco, in A. M. Romanini, Enciclopedia dell’Arte Medievale, Roma 2000, vol. XI.

Referenze fotografiche

1 – https://osteriavolsci.it/tour-delle-abazie/tour-abbazie/

2 – https://www.visitanagni.com/turismo-religioso-item.php?id=1282

3 – http://www.ilvaticanese.it/2018/07/pellegrini-senza-eta-tra-abbazie-basiliche-e-paesaggio/

4 – http://tuttologi-accademia.blogspot.com/2016/08/visita-subiaco-abbazia-di-s-benedetto-e.html

SITOGRAFIA

http://www.treccani.it/enciclopedia/subiaco_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/

https://www.itinerariapicta.it/tra-rocce-e-affreschi-il-sacro-speco-a-subiaco/