Dall’affresco alla messa in scena: il progetto delle “Residenze d’artista” di Off Rome Tour. Uno straordinario viaggio attraverso cui un antico affresco, apparentemente immobile sulla parete, si trasforma in una finestra aperta sulla storia e su scenari inattesi!
Articolo redatto da Igor Geat con Federica Bertini
È l’ottobre del 1571 quando, nei pressi del Golfo di Corinto, in Grecia, uno scontro per mare vede la flotta Ottomana contrapporsi alle circa duecento galere della Lega Santa. A causarla l’attacco turco a Cipro, possedimento veneziano, avvenuto appena un anno prima. La battaglia di Lepanto l’Occidente cristiano si schiera contro il Vicino Oriente islamico, in una guerra fra due mondi che avrebbe condizionato per sempre l’immaginario europeo.
A condurla, sotto il comando di don Giovanni d’Austria, sono personaggi del calibro di Marcantonio II Colonna che nel 1570 ottiene il titolo di capitano generale e poi, nel 1571, guida la flotta pontificia alla vittoria. Il suo luogotenente è Pompeo Colonna, duca di Zagarolo e principe di Gallicano. A combatterla «manigoldi ed eroi, pirati cristiani contro pirati musulmani, martiri della croce e martiri per la croce».
Affresco raffigurante la battaglia di Lepanto, ala est, piano nobile, sala detta della battaglia di Lepanto, Palazzo Rospigliosi, Zagarolo.
Il “Don Chisciotte” di Cervantes
Non tutti sanno però che sulla galea Marquesa della flotta della Lega Santa si imbarca Miguel De Cervantes Saavedra.
Cervantes, un borghese alle prese con la sopravvivenza e la riaffermazione di sé stesso, decide di arruolarsi e di partire per la battaglia, assaporandone la forte carica demagogica e le forti contraddizioni ideologiche.
Egli rimane ferito in battaglia da un’archibugiata e perde per sempre l’uso della mano sinistra. Viene ricoverato per alcuni mesi nell’ospedale di Messina e l’anno successivo è nuovamente coinvolto in una spedizione navale, partecipando alla presa di Tunisi e Biserta (1573). Nel 1575 si imbarca per Napoli con l’obiettivo di tornare in Spagna.
Miguel de Cervantes Saavedra, Litografia del XIX sec., autore sconosciuto
Ma la galea Sol sulla quale viaggia viene assalita da Arnaut Mami, ammiraglio e comandante supremo dei vascelli islamici nell’Algeria ottomana. Cervantes viene catturato dai pirati e tenuto prigioniero per cinque anni fino al pagamento del riscatto avvenuto il 24 ottobre del 1580.
La scrittura e la letteratura possono rappresentare strumenti di cura e di catarsi, un modo per “salvarsi la vita” e scongiurare la follia alla quale spesso si giunge dopo aver vissuto scenari bellici.
È il 1605 e Cervantes pubblica il suo capolavoro: L’ingegnoso cavaliere Don Chisciotte della Mancha, compuesto da Miguel de Cervantes Saavedra. La seconda edizione viene invece pubblicata nel 1615. Un’opera letteraria di incredibile successo nel panorama letterario del mondo occidentale.
Tutto origina dalla memoria della guerra che genera e distrugge. «La guerra è la madre di tutte le cose» scrive il filosofo greco Eraclito; «la guerra ha una forza creatrice incredibile» spesso afferma lo storico Alessandro Barbero nelle sue splendide lezioni sulla battaglia di Lepanto. C’è, infatti, un rapporto direttamente proporzionale nella forza creatrice e distruttrice della guerra.
Cervantes aveva scoperto la guerra, quella guerra che un hidalgo, un gentiluomo della sua epoca, non può nemmeno immaginare se non leggendo le pagine di celebri romanzi d’armi e di cavalieri. Come l’autore del “Don Chisciotte”, il protagonista rimane talmente suggestionato da queste letture da decidere di diventare egli stesso un “cavaliere errante”.
Quella raccontata da Cervantes è una realtà trasfigurata che si traduce in una specie di delirante follia del suo protagonista che dà vita ad una realtà immaginaria e inesistente.
Una follia che probabilmente Cervantes allontana da sé donandola a don Chisciotte. «La razón de la sinrazón» (la ragione dell’irragionevole) di un gentiluomo, affascinato dalle gesta cavalleresche di eroi rinascimentali, un “epigone” che ne smaschera le contraddizioni.
Una follia che, come la guerra, è forza generatrice di immagini incredibili. Una parodia che non viene rappresentata solamente dal semplice rovesciamento ma si fa portatrice di grandi e nobili ideali che don Chisciotte, con il suo comportamento, incarna senza essere compreso. Un trionfo della finzione, della fantasia e dell’ironia che finisce per mettere in crisi un intero sistema fatto di convinzioni consolidate.
Ecco chi è Don Chisciotte! Un borghese che decide di diventare un cavaliere errante e che intraprende incredibili avventure. Un cavaliere che somiglia all’autore del romanzo, al quale, la battaglia ha portato via una mano, risparmiandogli però proprio quella mano con cui, a distanza di anni, scriverà il suo capolavoro.
Don Chisciotte, nonostante sia caratterizzato da una enorme debolezza, diviene un personaggio epico. A tratti sconcertante, è una celebre maschera nata dai poemi cavallereschi, si fa portavoce di ideali assoluti, di una visione alta e illuminante, capace addirittura di smaschera le contraddizioni insite nella guerra e in chi la combatte. Tali sentimenti accendono quell’ intuizione letteraria che genera e delinea una figura straordinaria nella letteratura contemporanea: l’anti-eroe.
Realizzazione del promo de “ Il Servitore”, spettacolo Multimediale liberamente tratto dal Don Chisciotte di Igor Geat con Andrea Colangelo e Andrea Marchesino, girato presso presso le Officine CreAttive, Palazzo Rospigliosi – Dimora Storica del Lazio, Zagarolo. Foto di Eduardo Henrique Bertucci. Una coproduzione C.A.M.I. – Express Production Off Rome.
Dalla narrazione al progetto delle “Residenza d’artista” di OFF Rome Tour
Questa incredibile vicenda non poteva non interessare il gruppo dei creativi di OFF Rome Tour che ha avviato una “Call internazionale” per inserire nella programmazione una Residenza d’artista destinata alla creazioni di una performance site-specific che, nutrendosi dei contenuti storico-artistici e letterari che ruotano intorno alla Battaglia di Lepanto, ha lo scopo di far rivivere le incredibili vicende del Don Chisciotte e del suo fedele servitore, Sancho Panza. E quale migliore location se non il palazzo Rospigliosi di Zagarolo dove alcuni affreschi ricordano questo memorabile episodio navale?
Oramai, da diversi anni, le Residenze artistiche innovano e arricchiscono il mondo dello spettacolo e con esso i luoghi che le ospitano. Il progetto “Residenze Artistiche” nasce per promuovere questo importante fattore di innovazione del sistema dello spettacolo; l’obiettivo è quello di raggiungere risultati comuni attraverso il confronto e lo scambio reciproco tra operatori, così come tra operatori e istituzioni che operano nel territorio.
Quest’ultimo rappresenta una fonte di inesauribile ispirazione, un set ideale per la messa in scena di spettacoli e performance artistiche che affondano le radici nella memoria storica dei luoghi.
Sul Set del “Il Cavaliere”, presso le Officine CreAttive, Palazzo Rospigliosi – Dimora Storica del Lazio, Zagarolo